Quanto adoro il termine "bella gente".
Certo un po' inflazionato ultimamente.
Sicuramente un po' astratto e soggettivo, ma che bella sensazione sentirsi parte di questo gruppo...
Il problema è che ho scoperto solo domenica scorsa di non appartenere a questa categoria.
Decido insieme alla mia ragazza di trascorrere una piacevole serata al Molo 74 insieme ai miei pari.
Quindi dopo qualche giro in cerca di parcheggio, riesco, con la mia solita fortuna, a trovarlo ad un Km dal locale. -Non pensavo ci fosse così tanta bella gente, dico alla mia ragazza, più riferito al passaggio di due ragazze con minigonna microscopica dirette al locale, che alla mancanza di parcheggio.
Lei fa finta di non sentire. D'altronde non vuole litigare e rovinarsi la serata dopo avermi convinto ad andarci.
Sempre così noi maschietti, convinti di scegliere, ma solo tra le opzioni sì o astinenza.
Scendiamo dalla macchina e ci incamminiamo verso l'entrata. Lungo il tragitto altra bella gente confluisce verso la stessa meta.
Le donne ancheggiano su tacchi altissimi mentre gli uomini rigorosamente in camicia chiara indossano scarpe da tennis della stessa marca.
Anch'io ho la mia bella camicia a righe ma forse ho sbagliato l'accostamento con i pantaloncini e gli infradito perchè mi sento addosso un non so chè di sbagliato.
Giungo all'ingresso con qualche perplessità che svanisce immediatamente quando leggo un cartello che recita più o meno così:"I modi di fare e lo stile vi garantiranno l'ingresso a questo club".
Mi tranquillizzo pensando: -io ho lo stile di Shean Connery e il savoir faire di George Clooney, minimo mi regaleranno un abbonamento a vita.
Quindi mi diriggo verso il gigante in maglia nera che ritira gli inviti per la serata. Il tipo che mi guarda dall'alto verso il basso, per mera differenza fisica, posa il suo sguardo sulle mie gambe scoperte. Con un po' di fantasia immaggino sia per la scritta "la storia siamo noi" tatuata sul polpaccio.
Invece con un movimento repentino, degno del miglior atleta delle olimpiadi, mi si piazza davanti impedendomi il passaggio. Per poco non ci sbatto sopra e alzando gli occhi interrogativamente aspetto una giustificazione al gesto.
Essa non arriva e con tono di disprezzo mi invita ad uscire e a farmi da parte. Intanto altri ragazzi si apprestano ad entrare degnandomi della loro migliore indifferenza.
Faccio un passo indietro, cerco di ricompormi e di recuperare un po' di dignità agli occhi della mia ragazza chiedendo in modo fermo e deciso il motivo del suo divieto.
martedì 2 settembre 2008
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